Le prime notizie sull'abitato di Maniago risalgono all'epoca romana. Fu poi un castrum importante (ricordato sin dal 981), i cui feudatari ebbero diritto di rappresentanza al parlamento del Friuli e nel patriarcato di Aquileia. Circondata da mura, Maniago ebbe il titolo di città e fu prospera già nel Medioevo per la lavorazione del metallo.
Dall'inizio di questo secolo si comincia ad utilizzare il termine "Coltellerie" per indicare tutta la produzione locale.
I momenti fondamentali dello sviluppo dell'arte della lavorazione dei metalli (arte fabbrile) sono tre:
1. dei battiferri
2. delle botteghe
3. delle officine
1. La lavorazione dei metalli si afferma a Maniago perché vi è la possibilità di utilizzare facilmente l'acqua come fonte di energia. Come data d'inizio si considera il 1453, quando il conte Nicolò ottiene da Venezia il permesso di derivare in una roggia l'acqua del torrente Colvera. L'acqua è destinata ad irrigare i campi, azionare le macine e le seghe: può quindi fornire l'energia motrice per il maglio a testa d'asino utilizzato per forgiare vomeri, falci, mannaie, coltellacci, roncole, pale, frattazzi, coltelli da colpo per macellai, ecc. Lungo la roggia vengono costruiti mulini, segherie e battiferri. Nei battiferri, gli addetti (chiamati "favri da gros") non sono sorretti da alcuna informazione tecnologica, ma si avvalgono unicamente delle esperienze acquisite lavorando o apprese da chi li ha preceduti.
2. Quando nel 1700 una parte delle richieste si indirizza verso oggetti da taglio di piccola dimensione e con estetica ricercata, ecco nascere le botteghe dei così detti "favri da fin". I loro prodotti necessitano di precisione, e per produrli è sufficiente l'energia manuale. Non dovendo dipendere dall'acqua come i battiferri, le botteghe si diffondono nel tessuto urbano. Come ambiente di lavoro basta infatti uno spazio ristretto, che è possibile ricavare anche all'interno delle abitazioni. Gli strumenti di lavoro dell'epoca sono: il banco, la fucina con il mantice, l'incudine con basamento, il piccolo maglio a molla e la ruota della mola. In queste botteghe si producono: temperini, forbici, coltelli da tavola, da innesto, a scatto (stiletti), da tasca pluriuso ed una vasta gamma di attrezzi chirurgici.
3. Negli anni che precedono la Prima Guerra Mondiale viene costruita a Maniago la prima vera fabbrica, ad opera dell'imprenditore tedesco Albert Marx. L'importanza di questa officina (in seguito denominata "Coricama") sta nell'essere diventata un modello per tutte quelle nate in seguito con l'apporto di capitali locali. In queste fabbriche diventa possibile la lavorazione in serie mediante l'uso di macchine utensili ad energia elettrica. Accanto ai magli a balestra vengono installati quelli a caduta verticale. Le presse permettono lo stampaggio a caldo ed a freddo del metallo. Di conseguenza la quantità di produzione cresce considerevolmente.
Il numero degli occupati nel settore salì a più di 500 unità, le officine nel territorio erano già una quarantina. Ma la grande crisi del '29 colpì anche Manaigo: chi perse il lavoro scelse la via dell'enigrazione, chi restò cercò soluzioni che razionalizzassero produzioni e costi.
Nacque così il primo Consorzio fra imprese che, però, ebbe vita breve. Nel 1960 nacque il Consorzio Coltellinai Maniago, attivo ancora oggi e che rappresenta la quasi totalità delle aziende della coltelleria del territorio.Il suo scopo principale è la promozione dei prodotti dei soci in Italia ed all'estero.
Grazie all'uso di tecnologie avanzatissime e di manodopera specializzata, Maniago è leader e livello mondiale nella produzione di strumenti metallici d'uso e professionali che, oltre a coprire gran parte del fabbisogno nazionale, sono destinati all'esportazione verso i mercati Europei ed Americani.